Ricordo con molta nostalgia gli anni d’oro delle buggy rc giocattolo e credo di averli vissuti avendone casualmente “l’età ideale”.
Si può tranquillamente parlare di un’epoca, quella delle frame buggy Nikko per intenderci.
Spot promozionali in tv, pubblicità sui giornalini per ragazzi in ognidove. Poi come sempre quando una cosa prende “troppo” va a finire che degenera ed ecco l’avvento di buggy di forme improponibili e nomi dei modelli che francamente…[…]
C’erano però, seppur leggermente all’ombra del monopolio Nikko, altre marche concorrenti che cercavano di mettersi in luce in qualche modo.
Anche se di concorrenza diretta non si può certo parlare, modelli prodotti ad es. da Taiyo, Tyco rc, Radioshack, non avevano nulla da invidiare ai più blasonati buggy Nikko.
Nello specifico sono sempre stato affascinato dalla TOP TURBO 315 (prodotta originalmente da Taiyo, ma riproposta anche da Tyco nel mercato estero col nome di aero hopper ed altri nomi simili).
Il modello era venduto in Italia in due colorazioni, rosso o nero ed era caratterizzato da due alettoni talmente esagerati nelle dimensioni, al limite del ridicolo per un buggy,
così predominanti su di una linea tutto sommato normale da destare stupore ed ammirazione nei ragazzini (come me) di allora.
Quello in foto è un modello clone che posseggo, in buono stato, che ne riprende la linea anche se con telaio diverso; un’originale, oltre ad essere realmente difficile da reperire,
se in buono stato di conservazione e soprattutto funzionante raggiunge quotazioni spesso molto troppo elevate. Se il riferimento dell’epoca erano quindi i modelli Nikko, nel catalogo italiano dedicato il modello top di gamma era rappresentato dalla Bison (Rhino) F10.
Top di gamma solo in quanto a velocità pura (e prezzo). Per esempio la Dictator pur raggiungendo velocità inferiore era a mio parere molto più performante, ma ne parleremo semmai in un’altra occasione.
Ma ai ggiovini di allora importava solo una cosa: la velocità!
Tant’è che in quegli anni nei cataloghi e sulle confezioni per ogni modello ne veniva dichiarata a caratteri cubitali la velocità max che era in grado di raggiungere.
…E per la precisione la Bison F10 aveva una velocità max. dichiarata di 30km/h.
Non sto qui a sindacare se i valori delle velocità fossero reali, piuttosto “ottimistici”, ed in quali condizioni si potessero raggiungere perche tanto per i ragazzini se c’era scritto era LEGGE. Ma allora come si poteva contrastare il monopolio di queste buggy sul mercato per cercare di vendere qualcosa di concorrenziale, equiparabile nelle “prestazioni” ( se non addirittura meglio ), di questi buggy superveloci?
Semplice: proponendone uno che andasse più veloce, oltre i 30km/h, ovvero ben 31,5km/h 😉
Non scherzo, era proprio lo slogan promozionale su cui era basata la campagna di vendita della top turbo 315 (da cui il nome), rimarcato anche dall’adesivo che campeggiava sul cupolino.
Viene da sorridere ma siamo prorpio ai livelli di quando, negli anni della guerra fredda USA/URSS, si faceva a gara sulle celodurate.
Tutto sommato però questa Taiyo proponeva, oltre alla linea, qualcosa di nuovo.
Oltre ad avere necessariamente per l’epoca l’effetto turbo, era spinta da DUE motori accoppiati in parallelo sulle ruote posteriori (2wd).
Si trattava di due motori Mabuchi 360 (perche se non dichiaravi di montare un Mabuchi non eri nessuno) assetati all’inverosimile per lavorare in coppia e spingere solo in velocità.
Le altre caratteristiche erano livellate sullo standard ovvero: differenziale, selettore di velocità L/H sul telaio, sterzante da ferma. Il comando era quindi non proporzionale, a differenza della “più lenta” Bison F10. Sospensioni anteriori indipendenti su bracci oscillanti e posteriori ad assale rigido.
Vabbè, tanto non erano in grado di lavorare.
Bella bella!
…da nuova.
Perchè alla prima cappottata l’alettone anteriore si rompeva inevitabilmente. Alla seconda anche quello posteriore passava a miglior vita. La macchina “perdeva” la sua dignità e cambiava attitudine: dalla polvere dei piazzali a quella delle soffitte e cantine.
Storie già viste